Chi è (in)sospettabile?

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    Se con mia moglie l'intesa erotica non è ancora stata raggiunta, a livello comunicativo siamo arrivati serenamente a riconoscere il fatto che lei è una vanilla ed io un kinkster. Stamattina mi raccontava di aver sentito un podcast dal quale ha capito che è un fenomeno piuttosto diffuso, ed io avevo aggiunto:"guarda che camminiamo per strada e siamo molti di più di quanto possa sembrare. Chiunque incontri potrebbe essere un kinkster. La vicina del piano di sotto, la tizia col cane, il commercialista".

    Il suo commento è stato: "ah, se lo sei tu può esserlo veramente chiunque. Sei insospettabile".

    Che avrà voluto dire?

    In parte lo immagino. Probabilmente non viene da pensare che l'educatore a cui affidi bambini e bambine al campo estivo, nelle ludoteche e nei doposcuola sia uno "che poi fa le cose da pervertito", anche se ovviamente la sfera professionale è cosa totalmente scollegata da quella erotica (specialmente quando si lavora coi minori).

    Ma allora i tizi "sospettabili" chi sono?

    Come si immaginano che siamo? Cosa cercano, quando guardano una persona, per capire se è kinkster o meno?

    Avete qualche ipotesi?
     
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    Sto leggendo in questi giorni “Playing on the Edge: Sadomasochism, Risk, and Intimacy” dell’antropologa americana Staci Newmahr. Il testo risale ormai a una quindicina d’anni fa ma racconta di uno studio sul campo condotto in una comunità BDSM in Caeden, una cittadina americana. Una comunità fisica.
    È molto interessante, lei tratteggia un profilo di persone peculiare, con in comune diversi aspetti.
    In particolare, riporto due passaggi:


    “In questa prospettiva, i geek sono un'incarnazione contemporanea dei "nerd" degli anni Ottanta. I geek auto-definiti a Caeden non sono né studiosi né, in molti casi, particolarmente laboriosi. Forse lo stereotipo mainstream che cattura il concetto di geekiness come intendo qui, distinto dai geek di Wilkins, è quello del videogiocatore, allora — ben informato in determinati ambiti, tecnologicamente competente, ma accademicamente e socialmente meno. La geekiness a Caeden è caratterizzata da una resistenza alla conformità e al seguire le regole, almeno per quanto riguarda l'educazione."

    "Per tutta la loro vita, i membri di Caeden hanno abitato corpi non normativi, hanno mantenuto presentazioni incidentali androgine e si sono sempre sentiti troppo intelligenti per essere accettati socialmente. Anche al di là di queste caratteristiche, tuttavia, le narrazioni di marginalità dei partecipanti alle interviste includevano sentimenti e prospettive riguardanti le loro famiglie. Più della metà di loro riteneva che, durante l'infanzia, fosse stato necessario prendersi cura di se stessi, dei genitori o di un fratello/sorella. Nella maggior parte dei casi, ciò rifletteva le circostanze, più comunemente un genitore con dipendenza, disturbo bipolare o depressione, o un fratello con un disturbo dello sviluppo. In altri casi, gli adulti in casa non potevano essere affidati alla cura dei bambini; cinque dei miei intervistati hanno rivelato abusi fisici o sessuali in famiglia. Inoltre, sei avevano sperimentato la morte di un genitore in giovane età e altri tre avevano genitori divorziati. Dei venti individui che hanno partecipato a interviste formali con me, solo uno non rientrava in almeno uno di questi profili. Il mio”


    Questo ovviamente contrasta largamente con l’immaginario comune rispetto alle persone kinkster che vengono, credo, per lo più immaginate o come Christian Gray dell’odioso “50 sfuma”, o tipo così:



    Edited by Denna - 24/4/2024, 10:10
     
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    Interessante Denna. Se ho tradotto bene l'autrice ha intervistato venti persone già "etichettate" come geeks (che non credo sia un sinonimo di kinkster). Dalle interviste sono emersi dei background comuni a quasi tutti i geek (e alcuni sono presenti anche nel mio vissuto), quindi han fatto una analisi retrospettiva. Chissà cosa passa per la mente, invece, a chi "etichetta" aprioristicamente qualcuno come geek o kinkster senza averlo intervistato prima.
     
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    Sì, lei ha riscontrato che buona parte dei soggetti facenti parte del suo campione di studio potevano essere annoverati nella categoria “geek” che sono l’incarnazione dei “nerd” degli anni ‘80, con interessi per tecnologia, studi di settore, gioco di ruolo, fantasy, fantascienza ecc.

    Ho modificato il messaggio inserendo il testo tradotto in italiano
     
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    CITAZIONE (SpankeonMaster @ 24/4/2024, 09:29) 
    Chissà cosa passa per la mente, invece, a chi "etichetta" aprioristicamente qualcuno come geek o kinkster senza averlo intervistato prima.

    Direi che gli passano per la testa tutti gli stereotipi e i pregiudizi che viaggiano insieme all’immaginario mainstream.
     
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    CITAZIONE (Denna @ 24/4/2024, 09:42) 
    Sì, lei ha riscontrato che buona parte dei soggetti facenti parte del suo campione di studio potevano essere annoverati nella categoria “geek” che sono l’incarnazione dei “nerd” degli anni ‘80, con interessi per tecnologia, studi di settore, gioco di ruolo, fantasy, fantascienza ecc.

    Ho modificato il messaggio inserendo il testo tradotto in italiano

    Qs aspetto l’ho notato anche io nelle community che frequento online… molti geeks sono anche kinksters… però mi chiedo se ci sia una correlazione tra le 2 cose o se è solo un fatto dovuto alla grande diffusione dei geeks che quindi mi porta a notare come molti kinksters siano anche “geeks”
     
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    CITAZIONE (Denna @ 24/4/2024, 11:53) 
    Direi che gli passano per la testa tutti gli stereotipi e i pregiudizi che viaggiano insieme all’immaginario mainstream.

    Come definiresti l'immaginario mainstream?
     
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    CITAZIONE (Chia Dis @ 24/4/2024, 12:12) 
    Qs aspetto l’ho notato anche io nelle community che frequento online… molti geeks sono anche kinksters… però mi chiedo se ci sia una correlazione tra le 2 cose o se è solo un fatto dovuto alla grande diffusione dei geeks che quindi mi porta a notare come molti kinksters siano anche “geeks”

    Anche io mi sono sempre chiesta se non si tratti comunque di una questione generazionale, dovuta all’influenza di certi media (cinema cult, videogiochi, tv e l’avvento di internet) e della diffusione di un determinato immaginario di massa tipico delle generazioni tra il ‘75 e i primi anni 2000, di millials insomma (più o meno).

    Nello studio che sto leggendo (che non ho finito di leggere comunque) l’antropologa tratteggia un profilo di persone con sensibilità molto simili. Che per motivi diversi si sono trovati ad essere emarginati (corpi non normativi, esperienze familiari particolari, intelligenze divergenti ecc.). E lei sostiene che l’essere geek e l’essere bdsmer hanno in comune tali sensibilità. Che secondo lei hanno a che fare con la ribellione all’emarginazione sodiale, più o meno. Ma devo ancora leggere per capire bene il suo studio.
     
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    CITAZIONE (SpankeonMaster @ 24/4/2024, 13:10) 
    Come definiresti l'immaginario mainstream?

    Mi auto-cito con un post che ho pubblicato qualche tempo fa su un altro forum, su un argomento simile:

    CITAZIONE
    credo che il pensiero originario derivi probabilmente da una qualche idealizzazione, un immaginario, che vede coloro che sono usi alle pratiche sessuali estreme come appartenenti a una sorta di categoria a sé stante rispetto al cittadino medio.

    Persone super tatuate che vivono on the road sulle strade polverose dell’america centrale.
    Persone che vivono nei castelli della transilvania, in tenuta dark con tanto di denti appuntiti.
    Super ricchi appartenenti a sette segrete alla eyes whide shut.

    Difficilmente uno potrebbe credere che l’impiegato delle poste, la dirigente del comune di 10000 abitanti, l’idraulico, la maestra delle elementari, o anche l’ avvocato o l’architetto di famiglia, a casa abbiano l’armadio dei giochi e frustino o taglino il proprio/la propria partner.

    Non se riesco a spiegarmi.
     
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    Ho l'impressione che i legami tra kinster e geeks in quello studio e fuori siano soggetti a molta possibile confusione.
    C'è una differenza, per esempio, tra chi vive il proprio kink partecipando assiduamente a raduni con una comunità definita, chi lo vive solo privatamente e tutte le (50) sfumature tra queste due opzioni. Chi cerca una partecipazione comunitaria e identitaria forte, per esempio, ha una probabilità maggiore di essere marginalizzata. Chi è attivo online tenderà a essere un geek più della media, dato che si inserisce in comunità virtuali.

    Si aggiunga che l'ambiente kinky spesso ha legami con altri adiacenti (scambisti, queer). Mi sembra che sia necessario essere estremamente cauti in questi tipi di analisi.

    Detto questo, confermo (con un certo imbarazzo) il senso di superiorità intellettuale rispetto alla media 😅
    Se volessi giustificare a tutti i costi questa percezione superba, cosa a cui non tengo, farei notare che certi vantaggi cognitivi sono stati legati all'essere migranti o figli di migranti (non ricordo bene) e essere queer: l'ipotesi è che doversi adattare a una società a cui si è in parte estranei renda necessario esaminare e mettere in questione aspetti socio culturali che sembrano più scontati ad altri. In questo senso, una parafilia sarebbe un altro tipo di estraneità con il potenziale di stimolare certe riflessioni.
    Tutte speculazioni, ma speculazioni divertenti.
     
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    Lo studio antropologico in questione indaga un gruppo ristretto in un territorio specifico, in un determinato lasso di tempo, sicuramente non può essere considerato universale.
    Ma è senz’altro interessante.
    Quando lo avrò finito potrò parlarne più approfonditamente.
     
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    Culetto viola

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    Tornando alla domanda originale... beh, lo stereotipo del maschio pervertito è quello che è. Spesso solo, non troppo convenzionalmente attraente, magari socialmente poco a suo agio. Oppure al contrario una persona dall'espressione maliziosa, che scherza con tutti a volte con battute osée.

    Mi ricordo un'occasione in cui, tra persone kinky, uno degli organizzatori faceva partire all'impazzata il mio kinkydar (per dir così): capelli lunghi con un pizzo satiresco/diabolico, sorriso con un'affabile parvenza di ghigno e una scintilla di malizia negli occhi. Un po' alto e magro, vestito bene ma non proprio elegante, con una voce divertita e maniera affabile. Lo immaginavo già flirtare con tutte le donne (e magari uomini) presenti 😏
     
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