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.Era una mattina tipica del settembre britannico: fresca, umida, leggermente nebbiosa, con una aleggiante promessa di pioggia.
Rupert Lash scese agilmente di sella dalla giumenta Daisy, che aveva appena terminato il breve trotto di riscaldamento prima della vera e propria lezione di equitazione. Quella cavalla era la preferita della figlia del padrone, ed anche oggi gli era stato ordinato di prepararla di tutto punto.
"Se davvero le piace così tanto, dovrebbe trattarla meglio", borbottò tra sé è sé mentre controllava con una punta di apprensione il fianco della cavalla. Mise un'altra dose di balsamo sulle ferite ancora pulsanti. Aveva pregato più volte la rampolla di usare il frustino poco e docilmente durante le cavalcate, ma era come parlare a un muro: la ragazza semplicemente non considerava i consigli della servitù degni di essere ascoltati.
Rupert controllò poi, una volta ancora, lo zoccolo anteriore destro dell'animale, ancora gonfio per l'imprudente galoppata fatta dalla giovane nobildonna in una pietraia. Per fortuna lo zoccolo non si era rotto, ma lo stalliere aveva dovuto rifare la ferratura e lasciare la cavalla a riposo a lungo.
Fece una pausa dal lavoro e si ritrovò a specchiarsi distrattamente nell'acqua dell'abbeveratoio, mentre si accarezzava la mascella. I corti capelli erano in ordine, ma la barba stava già crescendo troppo: presto avrebbe dovuto radersi di nuovo. Gli seccava, non gli piaceva l'aria fredda in viso durante le cavalcate, ma aveva ben poca scelta. La disciplina e il controllo nella villa erano quasi maniacali. Aveva già vissuto le conseguenze di un paio di mancanze e ogni provvedimento aveva moltiplicato i suoi sforzi di non incorrere in altri.
Le cose erano decisamente più semplici nella fattoria dove viveva, prima che venisse notato e scelto dal personale della villa per la sua dimestichezza con gli animali. Alto, di buona presenza e vissuto dalla nascita nella natura, dava una mano anche nella gestione dei boschi della villa e delle battute di caccia.
Nel complesso, Rupert era soddisfatto del suo lavoro e della sua vita. Doveva solo trovare il modo di gestire la sua nobile allieva di equitazione: il fatto che fosse la figlia del padrone gli rendeva davvero difficile rapportarsi con lei, non avrebbe saputo come fare se si fosse di nuovo impuntata nel non ascoltarlo.
Fece un profondo respiro ed entrò nella stalla per prendere delle e finimenti: la giovane sarebbe arrivata da un momento all'altro. Sempre che fosse arrivata puntuale, naturalmente.
Edited by SpankeonMaster - 14/9/2020, 02:35
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...(continua?) . -
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[suggerisco di prenderci tempo e gustarci anche l'attesa MisteriosaM. Una delle bellezze del gioco di ruolo in forum è il potersi prendere tutto il tempo del mondo, a differenza di quelli giocati di persona intorno a un tavolo dove la risposta deve arrivare entro un minuto o due per evitare pietosi silenzi 😉 Ho fiducia nei giocatori intenzionati a questa partita e in quelli che si uniranno in futuro, sarà una bella scrittura. ] . -
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[Ah.. Non avevo capito nulla SORRY pensavo fosse un racconto 
che scema... Attendo attendo... ]
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Lady Elizabeth Montgomery si aggiustó il giacchino del completo da equitazione sui fianchi prima di avviarsi verso le stalle.
Sapeva quanto quell' abito, dello stesso verde bosco dei suoi occhi le donasse, insieme al delizioso cappellino sistemato ad arte sui boccoli color miele.
Arrivata alla porta della scuderia, rimase un istante ad osservare svogliatamente il nuovo stalliere,Rupert, intento a sellare la sua giumenta preferita.
Doveva ammettere di trovare piacevoli le ampie spalle, il fisico robusto e le mani grandi, callose...se solo fosse stato un gentiluomo della sua classe sociale, ovviamente.
Decise di non ascoltare la vocina che le suggeriva che,se fosse stato un nobile, mai avrebbe avuto quel fisico forgiato dal lavoro.
Impaziente, si batté il frustino sul lato dello stivale, per richiamare l' attenzione del domestico.
Non fu per nulla soddisfatta dal modo in cui alzò appena lo sguardo, prima di tornare ai finimenti.
Non le piaceva essere ignorata, da un servo men che meno.
"Allora, è pronta?"
"Quasi, milady.Tuttavia vi raccomando la massima prudenza perché lo zoccolo è appena sgonfiato abbastanza da permetterle di trottare.
Sarebbe davvero meglio se ne prendeste un altro."
"Ma io voglio lei...e ciò che voglio ottengo"
Rupert pensó che ciò che avrebbe dovuto ottenere quella ragazzina viziata era una bella sculacciata ma, dal momento che era ormai una diciottenne prossima ad accasarsi, forse era troppo tardi per darle una raddrizzata e del resto non era compito suo.
Non invidiava affatto il povero disgraziato che, vittima del fascino della giovane, si sarebbe trovato a dividere la vita con lei.. -
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"Naturalmente, Milady. Sono gli animali della vostra famiglia, dopotutto." A Rupert non venne facile trovare subito le parole giuste. Parlava lentamente fingendo di dover fare piccole pause per strigliare una porzione di manto o aggiustare un laccio, per guadagnare tempo.Faccio solo il mio lavoro, che quello di manterli tutti nelle migliori condizioni possibili." Lo stalliere prese la cavezza di Daisy e la portò vicino alla nobildonna. Teneva d'occhio lo zoccolo mentre la cavalla camminava, sperando che così anche Lady Elizabeth si accorgesse che la zoppia, anche se molto attenuata, non era scomparsa del tutto.
"Per lo stesso motivo, devo chiedervi di risparmiare il frustino oggi, o almeno di andarci piano o cambiare lato. Le avete procurato delle ferite nelle ultime cavalcate, e sarebbe un vero peccato se le restassero cicatrici."
Rupert accompagnò le ultime parole chinandosi leggermente con le mani intrecciate tra loro, per dare la possibilità a Lady Elizabeth, se lo avesse desiderato, di sfruttare il gradino per salire più agevolmente in sella. Non era certo di come la rampolla, cavallerizza più che discreta, avrebbe interpretato la sua iniziativa, ma sperava che un gesto gentile la aiutasse ad accettare la sua richiesta.. -
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(faccio una piccola premessa. Ho una buona conoscenza di gioco di ruolo dato che ho partecipato a qualche convention come relatore. Non verrò qui a fare il professorone, perchè non è piacevole, ma mi limiterò ad usare un paio di trucchi. Il primo è che lascio sempre qualche appiglio di personaggi che possono essere presi come spunto.)
Lady Elizabeth Montgomery, o Milady, come le piace essere chiamata, è cattiva e crudele. E non solo con me, lo fa con tutti.
Il frustino che utilizza per domare la cavalla è una chiara espressione del suo carattere nei confronti degli esseri umani che ritiene inferiori.
Vorrei dire che questo è una rappresentazione della classe borghese a cui appartiene, eppure non è così. Suo padre ha un carattere diverso, e quel titolo non lo ha guadagnato con le smorfie.
Devo continuamente correre ad ogni suo capriccio. Dovevo essere il domestico di questa tenuta, ed invece mi trovo spesso ad essere il domestico suo personale. Il padrone della tenuta non è però lei, e sono stato istruito al college a capire quali siano le gerarchie. Quindi, un ordine suo può essere ignorato se in contrapposizione alle regole stabilite dall'alta autorità.
Mi è sempre difficile però capire questo confine, e qualsiasi decisione decida di prendere so che ci saranno conseguenze da pagare.
I soldi sono una cosa importante per chi ha 27 anni, una moglie ed una figlia da mantenere. Per questo mi sono focalizzato a mantenere questo lavoro a tutti i costi.
Spero che lei non se ne accorga, altrimenti la mia vita sarà un inferno.
Incontrai Molly, la domestica delle pulizie e la salutai cordialmente con atteggiamento distaccato, come si confà al ruolo che ricopro.
Oggi è stranamente mogia e schiva, con gli occhi arrossati. Non conosco i retroscena del perchè dei suoi stati d'animo, ma posso intuire chi ne sia responsabile. Non indago oltre, ma le lascio detto che se avrà bisogno di qualcosa sarò disponibile ad aiutarla, per quello che posso.
Dal cancello di ingresso si erge una figura che dopo aver interagito al citofono, viene fatto accomodare all'ingresso. E' Mr Thompson, uno dei tutori di Milady. Oggi effettivamente è Giovedì ed avrebbe dovuto esserci lezione. Porgo le mie scuse, specificando che Milady aveva voluto approfittare della bella giornata per cavalcare. Non vidi molto soddisfatto il precettore della notizia.
I padroni tuttavia erano fuori dimora e sarebbero rientrati più tardi e quindi, la massima autorità in questo momento era di Milady. Così scortai Mr. Thompson lungo il viale della tenuta, in modo tale che essa stessa impartisse gli ordini. Ho già commesso una volta l'errore di prendere certe decisioni e l'ho pagata cara, ma ho mantenuto il lavoro.
Giungiamo entrambi in prossimità delle stalle..
Un'altra mattina al maneggio |
