UNA SUOCERA SPANKER

F/M spanking

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    Posto questo racconto, scritto già da qualche mese, ma mai pubblicato, è solo la prima parte, spero poi di trovare il tempo e la voglia di andare avanti.

    “UNA SUOCERA SPANKER”
    Stefano e Laura erano sposati da 8 mesi, innamorati ed entusiasti della loro nuova vita, ma da alcune settimane, le cose non andavano più tanto bene, erano cominciati piccoli screzi, incomprensioni, che prima non esistevano.
    L’inizio di tutto era stato la perdita del lavoro da parte di Stefano, la ditta per cui lavorava, come impiegato era fallita e trovare un nuovo lavoro non era facile, così Stefano si ritrovava a ciondolare per casa, perdendo ogni interesse ed oziando ed annoiandosi, la sera quando la moglie, dirigente di una importante azienda, rincasava e lo trovava, senza far niente, magari addormentato sul divano con la televisione accesa, era inevitabile che iniziassero le discussioni, lei avrebbe voluto un minimo di aiuto in casa, ma da quell’orecchio Stefano non ci sentiva.
    “Sai mio caro, domani sera ho invitato a cena, mia madre ti prego di essere presentabile metti qualcosa addosso che non sia quella solita tuta, fammi almeno questa cortesia”
    “Ma che vuole quella, non se ne può stare a casa da sola?”
    “No mio caro, vuole parlare con te di una cosa molto importante”
    “Di cosa possiamo mai parlare noi due”
    “Abbi pazienza e lo scoprirai, vedrai sarà una bella sorpresa, proprio una bella sorpresina per te, tesoro” aggiunse Laura con un sorrisino sulle labbra.
    Detto questo Laura si ritirò in cucina, voleva prepararsi quanto più possibile, per il giorno dopo.
    Il giorno dopo passò normale con Stefano da solo in casa, che ciondolava da una stanza all’altra, senza aver voglia di fare niente di niente, ogni tanto accendeva la televisione, ma dopo pochi minuti la spegneva, nauseato dalle tante chiacchiere inutili.
    Arrivata la sera Laura, rincasata prima del solito, si mise al lavoro, voleva fare bella figura, preparare una cenetta gustosa per tutti e così fu.
    Finito di mangiare Laura si mise a sistemare la cucina, Stefano che non aveva nessun piacere di rimanere da solo con la suocera, cercò di rendersi utile, ma Laura lo invitò a tornare in sala da pranzo dove la mamma lo stava aspettando, per importanti comunicazioni.
    “Vieni, vieni qui Stefano, ti voglio parlare, non avere paura, non ti mangio mica” disse la signora Beatrice, battendo con la mano sul divano accanto a sé.
    Stefano prese posizione e rimase in attesa.
    “Allora Stefano, io sono qui, per una ragione particolare è stata Laura ad invitarmi, non voglio farla lunga e vengo subito al sodo, pare che il vostro matrimonio sia in crisi, una crisi netta e quasi insanabile, da quando sei rimasto disoccupato, sei sempre più apatico, non ti interessa più niente, hai perso anche il senso dell’umorismo, che era un tuo punto di forza, non fai niente in casa per dare un aiuto a tua moglie, che quando torna a casa, dopo una faticosa giornata di lavoro, deve ancora cucinare, lavare stirare prendersi cura di un marito che invece non si prende nessuna cura di lei. Per farla breve Laura vuole il divorzio”
    A quelle parole Stefano trasalì, fissando la suocera con una sguardo supplichevole.
    “Io ho cercato di dissuaderla, ma pare ci sia poco da fare e a me dispiace, mi devi credere, ti conosco sei un bravo ragazzo, onesto, sincero, affidabile, però devi cambiare ed io sono qui per questo, le ho fatto una proposta che ha accettato con gioia e che ora farò pure a te, con la speranza che anche tu accetti.
    “Di cosa si tratta, signora Beatrice, mi dica sono curioso di sapere”
    “Ho proposto a Laura di pensarci io, mi prenderò cura di te, ti insegnerò a fare i lavori di casa a prenderti cura di te stesso, ti darò quella dignità che hai perso. Come ci riuscirò penserai adesso tu, non ti preoccupare ho i miei segreti, tu fidati di me, mettiti nelle mie mani o forse sarebbe meglio dire sulle mie ginocchia, ed io ti prometto che salverò il tuo matrimonio”
    “Come sarebbe a dire, signora Beatrice, non capisco dove voglia arrivare”
    “Ti sto proponendo un tipo di educazione all’antica, che forse tu, durante la tua infanzia non hai avuto, sculacciate mio caro, tante tante sonore cocenti sculacciate, ti tratterò come un figlio, io ne ho avuti due e ti assicuro che li ho tirati su a pane e sculacciate, ed adesso me ne sono grati, la stessa cosa ho fatto con mio marito, povero Arturo, quante gliene ho date, ma era una persona debole ed aveva bisogno di una donna forte accanto”
    Stefano non credeva alle proprie orecchie, quella donna si proponeva come educatrice, voleva suonarlo come un moccioso, steso sulle sue ginocchia, con i calzoni calati, no non se ne parlava proprio, però nello stesso tempo un divorzio, non lo avrebbe sopportato, era innamorato di Laura, fin dai primi anni del liceo, quando la vedeva entrare, lei che frequentava la prima, lui già in quarta, ed ogni volta che la vedeva, il suo cuore cambiava ritmo, non avrebbe mai pensato che una donna potesse fare quell’effetto e quanta fatica nel rivolgerle la parole le prime volte, per la paura di un rifiuto e poi finalmente scattò la scintilla, si rese conto che Laura non era del tutto insensibile ai suoi primi goffi e timidi tentativi di corteggiamento si fidanzarono e dopo 5 anni si sposarono.
    Stefano alzò lo sguardo e fissò la suocera, che lo guardava con aria di sfida.
    “Stefano se ci vuoi pensare, lo capisco ma ti posso assicurare che non vedo altra soluzione, mi saprò prendere cura di te, come se tu fossi mio figlio”
    Stefano guardò attentamente la suocera, non aveva mai fatto troppo caso all’imponenza fisica di quella donna, era alta, arrivava quasi al metro e novanta, aveva spalle robuste, braccia toniche, nonostante i suoi 62 anni, fianchi largi e vita stretta, quel fisico, oltre che frutto della natura era stato modellato in anni di pratica sportiva, di tante diverse discipline, dal nuoto, alla pallavolo, al tennis ed addirittura alle arti marziali, a cui si era dedicata in età avanzata, con ottimi risultati.
    Aveva lunghi capelli neri che teneva sempre raccolti sulla nuca, zigomi sporgenti, sguardo vivo e curioso, movimenti flessuosi.
    Guardò le mani, erano grandi e pensò a quanto sarebbero state pesanti sul suo povero sedere, ma non aveva scelta.
    “Mettiamo in chiaro una cosa Stefano, una volta accettato non si torna indietro, l’unica soluzione se ne vuoi uscire è il divorzio, ma io saprò anche essere comprensiva ed apprezzare la buona volontà, non sono una sadica assatanata, ma una donna forte ed autoritaria, conscia del proprio ruolo di educatrice.
    Se accetti la mia proposta, verrò ad abitare nell’appartamento accanto al vostro, non voglio sistemarmi qui, sarebbe troppo invasivo e voi avete bisogno di intimità, in questo periodo, più di prima, ti seguirò durante il giorno, la sera ci penserà tua moglie e ti assicuro che anche lei è un ottima sculacciatrice, puoi chiedere ai suoi fratelli, se non ci credi, quando io non c’ero, era lei una mantenere la disciplina in casa e dovevi vedere, come la temevano, bastava una sguardo e calavano i calzoni”
    Stefano si sentiva in forte imbarazzo, dove essere rosso in viso, come non gli succedeva dai tempi della scuola …”Va bene, sussurrò con un filo di voce”
    “Come hai detto? Ho capito bene?
    “Sì signora Beatrice, ha capito bene, accetto la sua disciplina”
    Lo sguardo della suocera si illuminò, “Vieni qui Stefano fatti abbracciare, non te ne pentirai, vedrai faremo un ottimo lavoro assieme. Laura, Laura vieni siamo arrivati ad un accordo”
    “Che c’è? Disse Laura sulla porta della cucina.
    “C’è che tuo marito è più intelligente di quanto pensassimo, ha accettato la mia proposta, mia cara figlia”
    Laura si avvicinò a Stefano, lo abbracciò stretto stretto, “Non c’era altra soluzione, mio caro, mi devi credere, vedrai salveremo il matrimonio e tornerà la serenità in casa, sarò io a portare i pantaloni ma tu, dopo l’addestramento di mia madre, non avrai nessun problema a sopportare e ad obbedire, ti voglio bene, molto bene.”
    “Laura, perché non stappi quella bottiglia di spumante che hai messo in frigo, ci vuole un brindisi, dobbiamo festeggiare ed augurare buona fortuna a Stefano, ne avrà bisogno nei prossimi giorni” la suocera accompagnò le parole con il gesto della mano, che si fa quando si ha intenzione di picchiare qualcuno, Stefano d’istinto si portò le mani al sedere e tutti e tre scoppiarono in una fragorosa risata.
    Una volta bevuto, l’atmosfera era distesa e cordiale Laura chiese alla madre: “quando pensi di iniziare con le lezioni di disciplina domestica?”
    “Se domani Stefano mi viene a prendere a casa con l’auto, mi da una mano a portare i bagagli, poi scarichiamo il tutto, io prima passerò dal padrone di casa a prendere le chiavi e così mi posso sistemare, nel pomeriggio potremmo anche iniziare, che ne dici tu Stefano? Sei preoccupato? No tranquillo, andrò con cautela all’inizio, poi se vedo che proprio non ci metti nessun impegno, allora il livello di severità dovrà salire, ma io credo che andremo bene assieme, sapremo stabilire una buona sintonia”
    “Allora mio caro marito, sei in buone mani, stai tranquillo, mia madre è un’esperta educatrice e ne avrai di cose da imparare da lei. Ma adesso conviene andare a letto, io mi debbo alzare presto ed anche tu Stefano devi andare a prendere mamma, a che ora vuoi che venga?”
    “Per le 9 direi che sia più che sufficiente, sei d’accordo Stefano?”
    “Per me va bene le 9 a domani allora”
     
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    Grazie del contributo letterario, Lumasoc!
    Sei sicuro di non averlo mai pubblicato nell'altro forum?
    Leggendolo, a tratti avevo come dei déjá vu... e non ho alcuna suocera! :asd:
     
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    Grazie Civis, no non l'avevo ancora postato questo racconto da nessuna parte, anche se è un pò che l'ho scritto, ed era rimasto incompiuto, come molte mie cose, adesso credo che lo dovrò finire o almeno andare avanti, comunque neppure io ho una suocera, ciao
     
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    CITAZIONE (lumasoc @ 5/1/2018, 15:34) 
    era rimasto incompiuto, come molte mie cose, adesso credo che lo dovrò finire o almeno andare avanti

    Direi proprio che sia il caso tu prosegua con questo racconto!!
    È molto bello sarebbe un peccato non concluderlo!!!
     
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    Grazie Samantha, ci sto provando in questo momento, speriamo che la voglia non mi abbandoni sul più bello, ciao
     
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    Seconda parte del racconto "UNA SUOCERA SPANKER"

    (Capitolo 2)

    La mattina dopo, come convenuto alle 9 precise Stefano era sotto casa della suocera, ebbe la fortuna di trovare parcheggio vicino all’ingresso e quindi salì al terzo piano dove abitava la signora Beatrice, i bagagli erano già pronti, una capiente valigia, che Stefano portò giù per prima, una seria di scatoloni, contenenti libri, CD e DVD ed un borsone di pelle, piuttosto pesante, Stefano si chiese cosa ci potesse essere in quel borsone, ma non osò chiedere, la suocera però che gli aveva letto nel pensiero, gli disse: “avrai modo di vedere presto cosa contiene questa borsa, capisco la tua curiosità”
    Sistemati i bagagli, i due partirono, dopo una ventina di minuti erano sotto casa, stessa operazione questa volta di scarico dei bagagli, mentre la signora Beatrice, si fermava al piano terra a farsi consegnare le chiavi dell’appartamento dal padrone di casa, Stefano iniziò a sistemare i bagagli nell’ascensore e salì, rimase sul pianerottolo di fronte a casa sua, in attesa della suocera che non tardò ad arrivare, aperta la porta, fece sistemare i bagagli nell’ingresso e poi congedò Stefano dicendogli: “Ora io mi sistemo, poi vengo di là e vediamo di stabilire delle regole, tu dove pensi di mangiare oggi?” “Io di solito mi arrangio con un pastasciutta al pomodoro o al pesto, poi la frutta” rispose Stefano.
    “Ti dai alla pazza gioia, vedo mi sembra di capire che non sia molto esperto in cucina, ti darò io delle lezioni, per oggi, puoi venire a mangiare qui da me, appena mi sarò sistemata uscirò a fare la spesa e poi ci prepareremo qualcosa e potrai iniziare le tue lezioni di cucina”
    Rientrato a casa Stefano, iniziò a preoccuparsi, cosa avrà voluto dire con inizio delle lezioni di cucina la cara suocera, non avrà mica intenzioni bellicose, già dal primo giorno, quella donna incuteva rispetto, solo a guardarla, non solo per il fisico imponente, ma anche per i modi, mai volgari né forzati, ma decisamente autorevoli, non era abituata a sentire obiezioni.
    Stefano per ingannare l’attesa, prese un libro che aveva appena iniziato del suo autore preferito George Simenon e seduto sul divano si immerse nella lettura, anche per vincere l’ansia che lo attanagliava.
    Quando sentì suonare il campanello di casa, ebbe un soprassalto, guardò l’orologio erano già le 12, la mattinata era volata, ovviamente era la suocera: “Allora Stefanino, vieni da me? Ti insegno a fare un piatto facile facile, che potrai preparare anche a tua moglie e la farai felice”
    Come disobbedire a quella donna, Stefano fu veloce a chiudere la porta di casa con tutte le mandate e ad entrare nella nuova casa della suocera, le due case erano molto simili, non era difficile muoversi all’interno dell’appartamento.
    “Forza in cucina marsc!!!!” fu il benvenuto della signora Beatrice, “Metti quel grembiule Stefano, non voglio che ti sporchi” Stefano infilò il grembiule, poi goffamente cercò di allacciarlo dietro la schiena: “Vieni qui girati, sei proprio imbranato, figlio mio, ti aiuto io” Una volta sistemato il grembiule Stefano sentì la mano della suocera posarsi sul sedere ed assestargli un paio di sculaccioni, distogliendo subito lo sguardo, la sorpresa di quelle due pacche sul sedere, riportò Stefano alla realtà, per un attimo si era dimenticato dei motivi per cui la signora Beatrice si era trasferita lì,ad un passo dal suo appartamento.
    “Oggi faremo i fusilli con tonno, capperi ed olive, un piatto facile facile che tutti possono fare, c’è qualcosa che non ti piace in questo piatto?”
    “No, no signora mi piace il tonno ed anche le olive ed i capperi, nessun problema”
    “Allora iniziamo, tu prendi la cipolla e tagliala fine, devi togliere prima gli strati esterni, più duri, poi la affetti, così ti faccio vedere, siamo d’accordo?”
    “Sì signora, dopo pochi secondi a Stefano vennero le lacrime agli occhi, per via della cipolla” “Ti sei commosso per la mia bontà o è la cipolla? Ho dimenticato di dirti di bagnare prima il coltello….ora prendi una padella, abbastanza grande, ecco quella da 28 cm., la metti sul fuoco ed aggiungi l’olio, lo lasci scaldare e poi metti le cipolle e l’aglio, dopo averlo schiacciato, poi ricordati di togliere l’aglio non è piacevole trovarselo in bocca” Stefano obbediva agli ordini della suocera, facendo bene attenzione a non sbagliare.
    “Io intanto butto i fusilli, l’acqua sta bollendo, il sale l’ho aggiunto, tu prendi un recipiente ci metti il tonno lo sminuzzi bene aggiungi le olive ed i capperi ed un filo di olio extra vergine di oliva, lasci un attimo amalgamare il tutto, poi butti tutto in padella con il resto”
    “Ora passa di qui e segui i fusilli, alla padella penso io, non bisogna lasciar bruciare il contenuto, ogni tanto assaggia un fusillo, per vedere se è cotto, ma tieni conto che ci vuole del tempo, perché spessi”
    Stefano era preoccupato se avesse tolto i fusilli troppo al dente, facile che la suocera si sarebbe arrabbiata e magari sarebbe passata a vie di fatto, così si decise per la via più facile, tirò su un fusillo col cucchiaio lo mise in un piatto e lo offrì alla suocera.
    “Vuole assaggiare lei, signora, che è più esperta di me?”
    Beatrice afferrò il piatto con il fusillo offerto da Stefano e con un sorrisino malizioso sulle labbra, assaggiò il fusillo. “Ancora qualche minuto, mio caro, paura di prenderti la responsabilità, eh… hai paura che ti faccia toc toc sul culetto?”
    Quelle parole fecero venire i brividi al povero Stefano, chissà di cosa sarà capace questa donna, si preannunciava un periodo duro per lui, c’era poco da stare allegri, ma se questo era il solo mezzo per salvare il matrimonio, bisognava accettare.
    Quando Stefano decise che fosse il momento, afferrò la pentola con due presine e scolò la pasta, la suocera prese lo scolapasta e versò il conetnuto nella padella, faccendo saltare , con grande abilità la pasta, per amalgamare il tutto.
    “Forza Stefano, prendi due piatti, che ci mettiamo a tavola.”
    Per fortuna di Stefano la cottura risultò giusta e Beatrice gli fece i complimenti, finito su ordine della suocera, Stefano sistemò i piatti sporchi nell’acquaio, aprì il frigo e prese un vassoio pieno di formaggi di diversi tipo e lo portò in tavola.
    “Meglio stare leggeri oggi, non pensi Stefano avremo molte cose da fare nel pomeriggio”
    A cosa alluderà la signora Beatrice, pensò il povero Stefano ormai rassegnato al peggio.
    Finiti i formaggi, la suocera ordinò a Stefano di fare un caffè, dall’indecisione dello stesso capì che non ne aveva mai fatto uno.
    “Non mi dirai che non sai fare un caffè….. e mio caro ne abbiamo di lavoro da fare assieme” La signora insegnò a Stefano come si prepara la macchinetta del caffè, non dimenticando di aggiungere “sei proprio un signorino viziato, ma ora ci sono io a risolvere il problema”
    Finito di prendere il caffè, fu la volta di lavare i piatti, la signora Beatrice ordinò a Stefano di mettersi all’opera, anche questa era una cosa che il genero lasciava fare alla moglie.
    Impacciato si avvicnò al lavello aprì l’acqua e afferrò il primo piatto, versò il detersivo liquido nel piatto e con una spugnetta iniziò a lavare.
    “Tanto per cominciare il detersivo è meglio metterlo sulla spugnetta, così ne risparmierai molto e poi mettici un po di energia, in quello che fai, sembri uno zombie, ti ci vuole un incoraggiamento?
    Detto questo la signora si portò dietro a Stefano, che avvertì subito la presenza minacciosa, sentì la mano della suocera posarsi sul suo sedere ed accarezarlo e poi sentì la prima sculacciata, forte secca, non potè fare a meno di lamentarsi.
    Al primo colpo ne seguirono altri, ma non contenta la signora Beatrice ordinò a Stefano di abbassare i pantaloni.
    Cominciamo bene pensò il povero Stefano, ma non aveva scelta, meglio obbedire e si ritrovò davanti al lavello con i pantaloni calati e quella donna enorme che, con quelle mani pesanti, ricominciò a sculacciarlo per benino.
    Beatrice continuò a sculacciare fino a che tutti i patti e le tazzine furono puliti alla perfezione.
    “Si comincia a ragionare Stefanino? Che dici, ti hanno fatto bene le mie sculacciate?”
    Detto questo la signora afferrò una sedia la girò verso di loro e ordinò a Stefano di prendere posizione sulle sue ginocchia.
    Stefano impedito dai pantaloni a passettini si avvicinò alla suocera, che lo afferrò per un braccio e lo fece stendere sulle sue ginocchia.
    “Ora ti farò sentire cosa significa prendere una bella sculacciata, quello che tu non hai mai preso da bambino, ma ti avrebbero fatto tanto bene, ma da oggi, ci sono io a colmare questa lacuna”
    Il braccio di Beatrice si alzò e si abbattè sul sedere indifeso del genero, con un ciaff sonoro, la sculacciata continuò per una quindicina di minuti, interminabile ed umiliante per il povero Stefano, il sedere bruciava e cambiò rapidamente colore, sotto la mano esperta della suocera, che sembrava non avesse fatto altro, fino ad allora.
    Quando finalmente finì e Stefano fu invitato ad alzarsi, la suocera lo afferrò e lo fece sedere ua una sua gamba
    “Questo è solo un assaggio di quella che sarà la tua vita da oggi, penso ti convenga rigare dritto, è un consiglio che mi sento di darti” dopo passò un braccio dietro la schiena e fece appoggiare il genero con la testa sulla sua spalla ed iniziò a consolarlo con parole dolci, accarezzandogli la schiena.
    “Ora Stefano alzati e vai in castigo in quell’angolo vicino al frigorifero con i pantaloni abbassati, non ti muovere e non ti accarezzare il sedere, lo so che brucia ma non lo devi toccare, intesi?”
    “Sì signora, come vuole lei”
    “Io intanto ho molte cose da sistemare, debbo ancora disfare le valigie, ma dopo sarò a tua disposizione ed andremo di là nel vostro appartamento a mettere ordine, non vorrai che tua moglie, questa sera, quando torna, non trovi la casa a posto e la cena pronta, no”
    Mamma mia, quello era stato solo l’antipasto, al povero Stefano vennero i brividi a pensare che lo attendeva una giornata molto molto dura e non solo una, chissà per quanto l’energica suocera deciderà di fermarsi a vivere sullo stesso pianerottolo.

    Edited by lumasoc - 6/1/2018, 22:09
     
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    Bravo Lumas,
    Carina anche l'idea della ricetta ^_^
    ...
    ma ci sono troppi errori di battitura :disc:
    Per questa prima volta è perdonato ...ma la prossima volta..
    :ProffY:
     
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    Questo racconto riconcilia con l'idea negativa che tutti gli uomini hanno per default nei confronti della figura della suocera. :asd:
     
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    Grazie mille Samantha

    Grazie mille Prof.sa, chiedo scusa per gli errori di battuta, il problema è che scrivo veloce e spesso inverto due lettere, se poi non controllo attentamente, l'errore rimane. Durante il servizio militare ero in Aeronautica e facevo il telescriventista, io che prima non avevo mai battuto a macchina, ero diventato velocissimo, da allora sono passati molti anni, ma mi è rimasta l'abitudine di scrivere veloce

    Grazie Civis, sì è vero le suocere sono spesso oggetto di barzellette, in fondo è giusto ridare pure a loro la dignità che meritano e poi al giorno d'oggi ci sono suocere molto affascinanti.
     
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  11. BIRIKKINO
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    OPS ACCIDENTI CHE SCULACCIONIIII
     
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    Bello.. Mi sarebbe piaciuto anche da mia suocera ma non è successo 😪😪
     
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    Bellissima storia, adoro il modo in cui parla la suocera 🤭🤭
     
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