Nella stanza del coroner

ovvero: il giallo di quei segni rossi

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    Spanker dolcemente sadica

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    Il movimento goffo di Frederick, la mano sinistra immobile a coprire timidamente l'evidente reazione fisica a quanto stava accadendo aveva rischiato di strappare a Megan Reynolds una risata divertita. L'aveva mascherata con un colpetto di tosse per non imbarazzare e mortificare ulteriormente il povero dottore. Frederick le piaceva, quel mix di timidezza e sicurezza che si alternavano volgendo e tornando come montagne russe lo facevano apparire come un adorabile e imbranato supereroe... un po' Superman un po' Clark Kent ogni volta che le sue emozioni passavano dall' insicurezza del neofita alla sicurezza dello scienziato.

    Anna Rebel aveva sollevato la testa al suono camuffato della risatina e scambiato un sorriso complice con Meg aveva roteato gli occhi per lo stesso divertimento.

    Meg aveva preso il cane con nonchalance e lo aveva fatto fischiare minacciosamente con un movimento fulmineo del polso. Anna aveva con ciò avuto la certezza che l'altra fosse più che capace di istruire il neofita mentre Frederick aveva sussultato sorpreso.

    - ora Frederick fai molta attenzione, guarda bene quello che faccio. È un movimento di polso, non di braccio. Non stai giocando a tennis. Il movimento ricorda più il bigliardino.-

    E Meg aveva fatto seguire il gesto mimato del polso alle parole mentre Frederick la osservava a occhi sgranati.

    - adesso darò io i primi colpi per darti un'idea delle conseguenze e dopo proverai tu, prima a vuoto e poi realmente. Ma bada bene, se sbagli il tuo sedere ne pagherà lo scotto!- aveva continuato Meg fissando Frederick con occhi di ghiaccio, segno che la minaccia era intesa seriamente.

    Un po' per stemperare la tensione in Frederick che fissava Meg Reynolds con aria piuttosto sconvolta e un po' per punzecchiare la formidabile dottoressa Anna aveva interloquito provocatoria e maliziosa - Meg cara se vuoi che i colpi cadano con la giusta inclinazione devi diventare almeno 25 centimetri più alta. C'è uno sgabellino accanto alla cassapanca!-

    Anna le aveva fatto l'occhiolino per sottolineare il tono faceto mentre Frederick scoppiava in una profonda risata soprattutto vedendo l'espressione della piccola dottoressa passare da minacciosa a sorpresa e poi imbronciata.

    Alla fine anche Megan aveva riso con loro, poi con un luccichio malizioso negli occhi aveva guardato entrambi con sfida prima di dirigersi a passo di carica a prendere lo sgabellino. La lunga treccia le oscillava battagliera sulla schiena.

    Afferrato lo sgabellino era tornata indietro ammonendo scherzosamente - saggia mossa la tua Anna cara, molto saggia... provocarmi prima che io inizi a sculacciarti!- e mentre lei ridacchiando ancora agitava il sedere Meg si era rivolta a Frederick con lo stesso tono scherzoso - fossi in te pregherei di non sbagliare dopo!-

    Salendo sullo sgabellino effettivamente raggiungeva la stessa altezza di Frederick. Aveva posato il cane sul sedere nudo di Anna controllando di essere alla giusta distanza e poi, con gli occhi di Frederick incollati addosso aveva impartito il primo colpo con un movimento ben controllato del polso. Anna aveva inspirato rumorosamente ma senza lamentarsi e nemmeno muoversi.

    Prima di dare la seconda sculacciata Meg si era girata a chiedere a Frederick - domande? -

    Osservando poi divertita e intenerita il pomo d'Adamo del dottore fare furiosamente su e giù mentre lui cercava una risposta.

    Edited by Milady M - 21/12/2020, 23:47
     
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    Maestro delle Sculacciate

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    Al momento di entrare nella casa di Anna, Frederick si era preparato a provare una serie di emozioni per lui poco abituali. Non credeva che tra queste ci sarebbe stata la gratitudine. Eppure in quel momento era profondamente grato alla collega. Principalmente per aver spezzato la tensione che le minacce di Meg, certamente non fuori tema, stavano creando, ma non solo. Anna era stata la prima, in questa nuova pagina delle sue esperienze, a sottolineare il collegamento tra il loro oggetto di indagine ed il piacere erotico. E quelle due incredibili, spavalde, intraprendenti donne erano passate in meno di 24 ore dalle parole ai fatti.

    Il coroner si era sempre fatto l'idea che essere uomini (o donne) di scienza significasse anche dedicarsi poco ai piaceri della carne, ma ora davanti ai suoi occhi scienza ed eros si fondevano in un cocktail inebriante. Il cane e la lingerie, la mano e la natica, la tecnica e la visione. Un vortice di elementi difficili da inquadrare, almeno per molti. Ma Van Hill era pur sempre uno studioso, un analista capace di osservare dettagli senza perdere di vista il quadro generale.

    Da quando Anna si era spogliata Frederick non era più riuscito a distogliere lo sguardo dal suo sedere, ma anche così colse nei movimenti del braccio e della mano di Meg qualcosa che gli ricordò i momenti di svago con i compagni di studio, quando militava nella squadra del college. "A dire il vero nel vedere il tuo polso, Meg, mi viene più in mente il tennistavolo. Nel biliardino la mano è limitata alla rotazione di un asse rigidamente vincolato a livello tridimensionale, mentre il gesto che hai descritto assomiglia molto alla risposta ad un servizio. Ti sembra una osservazione corretta? Se il movimento è quello lo posso rifare più che bene, ero vicecaposquadra prima della laurea."

    Frederick aveva assunto una pozione più naturale. Non intendeva certo mettere in bella mostra quanto era ancora fisiologicamente ben evidente sotto la sua cintura, ma più passava il tempo più si convinceva che non fosse così necessario nasconderlo.

    "Ora che ci penso, immagino che anche una racchetta da ping pong farebbe un'ottima figura in queste circostanze", aggiunse con un umorismo più sicuro del solito. "Puoi mostrarmi il tuo movimento un altro paio di volte, prima che provi io?"
     
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    Culetto viola

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    Anna rimase tranquilla mentre Meg le impartiva ancora un paio di colpi: i movimenti erano rallentati per mostrarli meglio al collega e il fatto di essere sullo sgabello, le toglieva equilibrio e,quindi, forza da impartire alla bacchetta.
    Quando però fu il turno di Friedrick, le cose cambiarono radicalmente: l' uomo non aveva mentito sul suo passato sportivo e ogni colpo di caning era preciso ed estremamente doloroso.
    Anna cercava di non darlo a vedere, certa che se avesse manifestato disagio, lo avrebbe bloccato.
    In fondo i segni sul fondoschiena della salma erano circa una trentina, poteva farcela a sopportarli in silenzio.
    Quando però un colpo giunse preciso a sovrapporsi a uno già bruciante, proprio alla base delle natiche rotonde, non poté fare a meno di schizzare in piedi, portandosi le mani alla zona dolorante.
    "Rimettiti in posizione, non ho finito!"
    La frase, pronunciata in modo piuttosto duro, lasciò stupite le due donne, dato che a pronunciarla, sicuro e spavaldo, era stato il loro timido collega.
    Anna comunque obbedì.
    " Se vuoi aiutarti, urla, scalcia,ma non cambiare posizione.Invalideresti l' esperimento" finì di spiegare lui, prima di riprendere a colpirla, con la stessa severità di prima.
    Anna tuttavia temeva ancora di spaventarlo e al massimo si lasciò sfuggire qualche "ah,ahia" piuttosto compassati.
    Solo due volte,i piedi scattarono verso l' alto, quasi a voler proteggere il sedere bistrattato ma lui si era limitato ad attendere che lei li riabbassasse.
    Meg osservava attenta,quel Friedrick aveva talento.
    Quando finalmente calò l' ultimo colpo, Anna si risollevò titubante.Questa volta però il dottore non disse nulla, anzi teneva gli occhi bassi, restituendole il cane.
    " Sei stato veramente bravo, nonostante fosse la prima volta" gli disse sinceramente, sfiorandogli il braccio.
    Era vero, nonostante il contesto particolare, Anna si sentiva eccitata e le prove erano abbastanza evidenti, se Friedrick avesse dato un' occhiata ai suoi ridottissimi slip.
     
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